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L'italiano medio risparmia, ma nel modo sbagliato.



L’Italia è tra i paesi industriali quello in cui le persone si assicurano di meno. Gli italiani non sono propensi ad assicurare le proprie case o il proprio capitale umano, pur essendo il più delle volte l’unica fonte di reddito. Tuttavia, nonostante gli italiani, nel complesso, si assicurano poco, non sono imprevidenti o spavaldi.

Così afferma in un documento di GAM, Paolo Legrenzi, professore emerito di psicologia cognitiva presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Che cosa fanno le persone nella vita quotidiana? Come affrontano l’incertezza? Sono domande importanti in relazione a quello che da tempo fanno gli italiani con i loro risparmi a cui tenta di dare una risposta Legrenzi.


Il risparmiatore medio diviso a metà

Il professore traccia l’identikit del risparmiatore medio o meglio i due identikit. Uno non si assicura ma è molto prudente e tiene molta liquidità per gli imprevisti. L’altro invece è imprevidente perché non investe in azioni considerate rischiose. Se il risparmiatore-medio si assicurasse di più, afferma Legrenzi, potrebbe liberarsi di molta liquidità da investire sui mercati azionari.

L’italiano medio mette i soldi in allocazioni considerate da lui non rischiose: mattoni e liquidi. E’ un fenomeno di lunga durata che in questi anni di tassi bassissimi o negativi si è accentuato invece di ridursi. Il bello è che in Italia gli immobili sui tempi lunghi sono andati peggio che nel resto del mondo. Un investitore dimezzato ma anche capovolto.

La minoranza che investe in azioni gode di un premio al rischio molto alto, cioè un differenziale per compensare quello che è soggettivamente pauroso (ma assai fruttuoso).

Ma c’è un ultimo paradosso, secondo Legrenzi.

Se l’italiano medio decidesse di assicurarsi e lo facesse senza i consigli di un esperto, non sarebbe in grado d’individuare quello che statisticamente è più pericoloso.


Fonte: www.wallstreetitalia.com

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